MUJI nasce in Giappone nel 1980 come antitesi alle abitudini della società dei consumi dell'epoca. Da un lato, i marchi di lusso di produzione estera stavano guadagnando popolarità in un contesto economico di prosperità in continua crescita. Dall’altro, sul mercato comparivano beni di scarsa qualità e a basso prezzo, che avevano un effetto polarizzante sui modelli di consumo. MUJI è stato concepito come una critica a questa condizione prevalente, con l'obiettivo di ripristinare una visione di prodotti che siano realmente utili per il cliente e mantenere un ideale di giusto equilibrio tra l'abitare e gli oggetti che lo rendono possibile. Il concetto è nato dall'intersezione di due posizioni distinte: assenza di marchio (Mujirushi) e valore degli oggetti buoni (ryohin). MUJI ha iniziato con tre fasi: selezione dei materiali, analisi dei processi e semplificazione dell'imballaggio. Il concetto di MUJI di enfatizzare il fascino intrinseco di un oggetto attraverso la razionalizzazione e la meticolosa eliminazione degli eccessi è strettamente connesso all'estetica tradizionalmente giapponese di "su" –– che significa semplice o disadorno –– l'idea che la semplicità non è semplicemente modesta o frugale, ma potrebbe forse più attraente del lusso.